Programma triennale per la trasparenza e l'integrità 2014-2016 - Aggiornamento 2016

aggiornamento: 17 agosto 2016


Programma triennale per la trasparenza e l'integrità 2014-2016 - Aggiornamento 2016

  1. Introduzione
  2. L’indirizzo politico: la riorganizzazione del Ministero e le ricadute sulle funzioni di prevenzione della corruzione e della trasparenza
  3. il sito web del Ministero
  4. Stato di attuazione del programma
  5. Le novità normative e le prospettive future

1. Introduzione

L’art. 10 del decreto legislativo n. 33 del 2013 prevede che ogni amministrazione, sentite le associazioni rappresentate nel Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, adotti un Programma triennale per la trasparenza e l'integrità, da aggiornare annualmente, che indichi le iniziative previste per garantire: a) un adeguato livello di trasparenza, anche sulla base delle linee guida elaborate dalla Commissione di cui all'articolo 13 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150; b) la legalità e lo sviluppo della cultura dell'integrità.
Il programma triennale per la trasparenza e l’integrità 2014-2016 è stato adottato con D.M. del 28 gennaio 2014 ed è pubblicato sul sito (http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_29_1_1.page).
L’aggiornamento del programma per il 2015 è stato adottato con D.M. del 10 febbraio 2015 ed è, anch’esso, pubblicato sul sito, raggiungibile allo stesso indirizzo.
Si procede, quindi, all’aggiornamento del programma per l’anno 2016.
L’aggiornamento intende dar conto dello stato del procedimento di attuazione del programma, del lavoro espletato nel corso dell’anno 2015, delle novità presenti sul sito in ottemperanza ai principi della trasparenza, dei programmi futuri, anche in relazioni alle novità normative intervenute.
Dopo una prima fase volta al completamento degli obblighi di pubblicazione, l'anno 2015 è stato orientato, essenzialmente, al consolidamento delle procedure di acquisizione dei dati ed allo sviluppo di alcuni progetti “trasparenza”, incentrati sulla specificità delle funzioni amministrative svolte dal Ministero della giustizia.
In tale contesto, ha profondamente inciso la nuova riorganizzazione del Ministero, operata attraverso il D.p.c.m. 15 giugno 2015, n. 84, recante il Regolamento di riorganizzazione del Ministero della giustizia e riduzione degli uffici dirigenziali e delle dotazioni organiche (in GU n.148 del 29-6-2015).
Il regolamento ha dato vita ad una nuova struttura del Ministero, da declinare con un nuovo organigramma, con conseguenti rinnovate denominazioni di alcuni uffici, soppressione di altri, accorpamenti, revisione delle competenze, modifiche delle piante organiche.
Tali interventi comportano conseguenze non solo sulla pubblicazione dell’organigramma, delle attribuzioni e dei soggetti preposti agli uffici, ma anche sul flusso e la pubblicazione dei dati pertinenti a ciascun ufficio.
Esso ha determinato importanti cambiamenti anche sui profili organizzativi che interessano le attività prevenzione della corruzione e la trasparenza.

 

2. L’indirizzo politico: la riorganizzazione del Ministero e le ricadute sulle funzioni di prevenzione della corruzione e della trasparenza

Va premesso che il principale obiettivo della riorganizzazione del Ministero, analogamente a quanto avvenuto per tutte le altre amministrazioni, è stato quello del contenimento della spesa, in un quadro generale di politica di spending review.

La ristrutturazione del Ministero ha generato, infatti, un dimagrimento cospicuo delle posizioni di dirigente generale, che sono passate da 61 a 37, e di quelle di dirigente, che sono passate da 1006 a 712, con un risparmio calcolato in circa 34 milioni di euro e, complessivamente, in 65 milioni di euro.

La necessità di risparmio, imposta dal legislatore, si è rivelata, nella sostanza, una fondamentale occasione per una profonda ed incisiva opera di revisione e semplificazione, fondata su di un principio ispiratore essenziale: l’innalzamento dei livelli di efficienza, efficacia e trasparenza dell’azione amministrativa.

Una grande riforma, operata non attraverso indiscriminati tagli lineari delle dotazioni organiche, quanto piuttosto procedendo ad una ponderata ed attenta concentrazione delle competenze e razionalizzazione delle risorse disponibili.
Il nuovo regolamento di riorganizzazione, completato con i decreti di attuazione, elimina duplicazioni di funzioni sovrapponibili, superando improprie logiche di separatezza gestionale e valorizzando, al contempo, le esperienze tecnico-professionali già maturate in taluni settori dell’amministrazione, favorendo l'integrazione operativa tra le diverse articolazioni, sia a livello centrale che periferico.

In particolare, gli affari relativi al contenzioso ed alla gestione delle risorse e dei contratti, gestiti da ciascun dipartimento con modalità spesso disorganiche, risultano ora concentrati nell’alveo di due rinnovate direzioni generali.
Da un lato, la Direzione generale degli affari giuridici e legali, istituita presso il Dipartimento per gli affari di giustizia, dall’altro, la nuova Direzione generale delle risorse materiali e delle tecnologie, istituita nell’ambito del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, che agirà da ufficio centrale per tutti i contratti del Ministero, divenendo un centro unico di spesa.

La trasversalità dei compiti attribuiti a tale ultima Direzione generale ha imposto di considerare il suo rapporto con le altre articolazioni strutturali del Ministero, non in modo unidirezionale, ma secondo un processo decisionale collegiale e condiviso, al fine di assicurare il necessario coordinamento e l’assunzione di decisioni strategiche comuni.

In tale ottica viene valorizzato il ruolo della Conferenza dei capi dipartimento quale sede privilegiata ed istituzionale di elaborazione e confronto tra le figure dirigenziali di massimo livello, nonché di analisi e di valutazione delle scelte di alta amministrazione riguardanti l’assetto gestionale complessivo del Ministero.

Tra le novità più rilevanti del Regolamento va certamente annoverato la nuova struttura del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità (DGMC).
La diversa denominazione assunta dal Dipartimento rispecchia l’altrettanto rinnovata funzione attribuita all’articolazione, che è chiamata a gestire l’intera esecuzione penale esterna, sia dei minori che degli adulti.

La modifica strutturale si pone inoltre in linea con l’attuale strategia politica del Paese in materia di esecuzione della pena, che persegue l’obiettivo del superamento della tradizionale prospettiva, diretta quasi esclusivamente al mero rafforzamento degli strumenti sanzionatori, a favore della direttrice tracciata dalle Raccomandazioni del Consiglio d’Europa in tema di sanzioni di comunità, con conseguente previsione di pene che non contemplano solo la segregazione del condannato dal consorzio civile, ma hanno l’obiettivo di recuperare la relazione tra l’autore del reato e il contesto sociale, attraverso la risocializzazione ed il reinserimento nel territorio.

L’ipotesi di rimodulazione funzionale attuata risponde anche all’esigenza di definire una struttura organizzativa che abbia come mandato specifico la valorizzazione della giustizia minorile quale imprescindibile patrimonio di specializzazione ed esperienza e l’esecuzione di tutte le misure alternative e le sanzioni sostitutive della detenzione.

Le competenze sono ripartite tra due dipartimenti: l’una, la detenzione negli istituti di pena, è affidata ad un più snello e funzionale Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, e l’altra, l’esecuzione delle pene non detentive nel contesto sociale di appartenenza, affidata al nuovo Dipartimento della giustizia minorile e di comunità.

I decreti di attuazione, grazie anche alla dovuta interlocuzione con le organizzazioni sindacali, sono stati l’occasione non solo per rivedere l’organigramma del Ministero, imposto dallo snellimento delle figure apicali, ma soprattutto per innovare le logiche di funzionamento degli uffici stessi, e per la creazione di alcune fondamentali misure di coordinamento tra le direzioni generali che assicureranno in futuro una maggiore efficienza dell’azione amministrativa.

A tali innovazioni strutturali si accompagna la previsione di specifiche misure per la trasparenza e l’anticorruzione, che rafforzano la possibilità di prevenzione delle condotte illecite.

In particolare, l’art. 3 del regolamento, relativo ai compiti ed alle funzioni dei Capi dipartimento prevede espressamente che: “Per l'espletamento dei compiti e delle funzioni di cui al comma 2, il Capo del dipartimento si avvale dell'Ufficio del Capo del dipartimento, nell'ambito del quale vengono altresì svolte, in raccordo con l'Ufficio di Gabinetto e con il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, la progettazione e il controllo di gestione di cui all'articolo 4 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286 e all'articolo 6 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 nonché le attività generali necessarie per l'attuazione del Piano triennale di Prevenzione della Corruzione di cui all'articolo 1, comma 5, della legge 6 novembre 2012, n. 190 e per gli adempimenti connessi alla trasparenza della pubblica amministrazione di cui al decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33”.

Inoltre, l’art. 16, comma, stabilisce che: “Con uno o più decreti del Ministro, da emanarsi entro 180 giorni dall'entrata in vigore del presente decreto, è' stabilita la data di entrata in funzione degli uffici dirigenziali generali di cui al decreto legislativo 25 luglio 2006, n. 240, e si provvede alla razionalizzazione e all'utilizzo degli uffici e delle strutture esistenti anche con riferimento ai compiti di prevenzione della corruzione e di tutela della trasparenza”.

Va ricordato in proposito che gli obblighi di trasparenza costituiscono, secondo il legislatore, adempimenti ai quali sono tenuti direttamente i responsabili degli uffici di amministrazione attiva che posseggono i dati.
La mancata pubblicazione di dati e delle informazioni costituisce fonte di responsabilità autonomamente sanzionabile, oltre che valorizzabile in sede di valutazione della dirigenza, secondo quanto previsto dall’art. 46 del d.lgs. 33 del 2013.

Al fine di garantire il tempestivo, continuo e corretto flusso di dati, questo Responsabile della trasparenza ha istituito una rete di referenti per ciascun dipartimento i quali curano il flusso dei dati e tengono i contatti con i capi dipartimento ed i dirigenti degli uffici, sensibilizzandoli, di volta in volta, sulla necessità delle pubblicazioni, secondo quanto stabilito nel programma triennale della trasparenza.

La sezione “Trasparenza” del sito è stata curata ed aggiornata, dando corso agli adempimenti di legge e mediante l’adeguamento alle osservazioni dell’ANAC.

Deve tuttavia evidenziarsi che, sovente, la sensibilizzazione continua, effettuata tramite circolari esplicative o richieste specifiche non sempre riesce ad essere efficace.

La riorganizzazione del Ministero ha quindi costituito una opportunità per una nuova sensibilizzazione sulle tematiche in oggetto, mediante gli espressi richiami, contenuti nel Regolamento, ai compiti di raccordo del Capo dipartimento e alla responsabilità dei dirigenti degli uffici amministrativi nel garantire il flusso e la pubblicazione dei dati.

In particolare, sono in corso di approvazione un decreto attuativo che riguarda la struttura ed organizzazione del sito web ed un decreto in materia di misure per la prevenzione della corruzione.

 

3. il sito web del Ministero

In considerazione delle diverse e sempre più rilevanti funzioni svolte dal sito web istituzionale del Ministero (funzioni di comunicazione politica, istituzionale, di pubblicità legale e di adempimento degli obblighi della trasparenza), in conseguenza della riorganizzazione dell’amministrazione, è sorta la necessità di disciplinare l’organizzazione e il funzionamento del sito internet, oltre che della rete intranet del Ministero, al fine di ottimizzare la realizzazione dei processi informatici e di comunicazione telematica, relativa alle attività e ai servizi svolti dall’Amministrazione.

Tale strutturazione del sito è destinata ad avere un importante impatto sulla trasparenza, essendo pensata per garantire una migliore organizzazione dell’Ufficio redazionale ed una direzione maggiormente strutturata delle politiche della comunicazione istituzionale, oltre che per rendere più fluido e costante il flusso dei dati da pubblicare, proveniente dagli uffici e destinato alla redazione.

In data 28 gennaio 2016 è stato adottato  il decreto ministeriale destinato a disciplinare, per la prima volta, l’organizzazione ed il funzionamento del sito istituzionale del Ministero della giustizia www.giustizia.it
Il decreto distingue, in primo luogo, la gestione della comunicazione “politica” e di informazione, di competenza esclusiva dell’Ufficio Stampa, dalla gestione della comunicazione istituzionale (bandi di gara, adempimenti di trasparenza, comunicazioni di servizio, procedure concorsuali, progetti istituzionali, etc.), per la quale è competente la redazione del sito.

Al fine di governare la comunicazione istituzionale secondo gli indirizzi strategici del Ministero, è individuata un’unità di indirizzo della comunicazione istituzionale, la quale fissa, almeno annualmente, le linee editoriali cui i soggetti che operano sul sito devono attenersi e che approva, altresì, le scelte di maggiore rilevanza in ordine alla struttura, alla grafica ed alle pubblicazioni, anche con riferimento ai siti tematici esistenti o di nuova ideazione.

È previsto che l’unità di indirizzo sia composta dal Capo di Gabinetto, da i Capi dei Dipartimenti e dal Capo dell’Ufficio stampa. Il Direttore Generale per i sistemi informativi automatizzati ed il Responsabile del procedimento della pubblicazione istituzionale (che coordina le attività della redazione del sito), partecipano alle sue riunioni, assicurando il necessario supporto tecnico ed informativo.

Possono essere invitati a partecipare alle riunioni dell’Unità di indirizzo il Responsabile della prevenzione della corruzione ed il Responsabile della trasparenza per le esigenze connesse alle funzioni da essi rappresentate.

Particolare rilievo è dato al contributo che ciascun ufficio deve fornire per realizzare gli adempimenti di pubblicazione. E’ previsto, infatti, che nella gestione del sito siano coinvolti anche i dirigenti responsabili degli uffici dell’amministrazione, che trasmettono le informazioni e la documentazione da pubblicare per l’aggiornamento tempestivo delle sue sezioni, sulla base delle indicazioni fornite dalla Redazione.

Al fine di consentire l’aggiornamento costante delle funzioni disponibili sul sito, è ribadito che La Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati è competente per lo sviluppo del supporto informatico e per la gestione tecnica del sito web.

La Redazione del sito, nell’ambito dell’indirizzo strategico fissato dall’Unità di indirizzo della comunicazione istituzionale, è competente per l’amministrazione del sito, curando, in particolare, le attività di pubblicazione relative a tutte le sezioni del sito ad eccezione di quelle di competenza dell’Ufficio Stampa, tenendo conto della struttura complessiva del sito e della coerenza delle informazioni.

In attuazione delle linee editoriali fissate dall’Unità di indirizzo, provvede all’evoluzione del sito ed alla verifica periodica dell’accessibilità dei contenuti e coordina le attività degli uffici amministrativi per la trasmissione delle informazioni e della documentazione da pubblicare, per il tramite dei referenti dei contenuti delle pubblicazioni istituzionali e dei referenti dipartimentali della trasparenza.

Nella Redazione del sito sono individuati il responsabile del procedimento della pubblicazione istituzionale e gli addetti alla pubblicazione, secondo criteri idonei ad assicurare la continuità e tempestività degli adempimenti di pubblicazione.

Per garantire la costante funzionalità operativa e, in particolare, per assicurare l’innovazione nei settori dell’architettura delle informazioni, delle scelte e delle soluzioni sul piano tecnico e informatico, la Redazione del sito elabora specifici progetti in coordinamento con la Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati e può essere integrata da specialisti del web, individuati dalla medesima Direzione generale.

Il decreto prevede espressamente l’obbligo dei dirigenti responsabili degli uffici dell’amministrazione di porre in essere le attività organizzative necessarie per garantire il tempestivo e regolare flusso delle informazioni da pubblicare, assicurandone la completezza, la chiarezza e l’aggiornamento. A tal fine, nell’ambito di ciascuna direzione generale del Ministero è individuato un referente del contenuto delle pubblicazioni istituzionali, il quale opera in coordinamento con la Redazione del sito e, in relazione agli adempimenti richiesti dalla normativa sulla trasparenza, opera in raccordo con il referente dipartimentale della trasparenza.

Viene in questo modo data un’effettiva strutturazione al referente dipartimentale della trasparenza, attualmente nominato dai Capi dipartimento su sollecitazione del Responsabile della trasparenza.

La strutturazione del sito web mira ad agevolare le possibilità di contatto, informazione e servizio tra il Ministero e i cittadini e per migliorare la trasparenza delle attività svolte.

Un potenziamento verrà anche effettuato con riferimento all’area intranet del sito, ad accesso riservato al personale della giustizia, recependo anche il suggerimento delle organizzazioni sindacali, che appare particolarmente utile, di creare una vera e propria bacheca telematica, all’interno di tale area, destinata alle comunicazioni del personale.

4. Stato di attuazione del programma


Come sempre, il principale strumento attuativo degli obblighi di trasparenza è costituito dalla pubblicazione sui siti istituzionali di alcune tipologie di dati nell’apposita sezione denominata “Amministrazione trasparente”, accessibile direttamente dalla Home.

Al fine di verificare il raggiungimento dell’obiettivo concernente il completamento della pubblicazione dei dati richiesti dalla legge, il presente aggiornamento del Programma - nel rispetto delle linee guida stabilite nelle delibere CiVIT n. 105/2010, “Linee guida per la predisposizione del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità”, n. 2/2012 “Linee guida per il miglioramento della predisposizione e dell’aggiornamento del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità” e n. 50/2013 “Linee guida per l’aggiornamento del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità 2014-2016” – si avvale, sia a fini ricognitivi che programmatici, della tabella allegata alla delibera n. 50 (“Allegato 1 Sezione “Amministrazione trasparente” – Elenco degli obblighi di pubblicazione vigenti Errata corrige (settembre 2013), pubblicata in allegato come Tabella A.

Al programma della trasparenza 2014-2016 era stata già allegata, inizialmente, la tabella A, in cui è stato rappresentato il dettaglio delle pubblicazioni effettuate secondo gli obblighi vigenti.
Essa era stata aggiornata nel 2015 e viene di nuovo aggiornata con la presente pubblicazione.

Gli sforzi finora compiuti hanno dato buon esito dal momento che, all’attualità, lo stato delle pubblicazioni e dei relativi aggiornamenti, resta avanzato, permanendo eccellenti i risultati degli indicatori di riordino della trasparenza, disponibili sul sito web de “La bussola della trasparenza” che riporta il dato della totalità degli indicatori soddisfatti.

Nell’ultima colonna a destra sono riportate le informazioni attualmente disponibili sul sito e si danno indicazioni di programma per il completamento degli adempimenti.

Al fine di una corretta lettura delle informazioni inserite nella tabella, sono state utilizzate le seguenti indicazioni:

  • Pubblicato: si intende che i dati sono pubblicati in maniera completa.
  • In corso di pubblicazione: si intende che il dato è disponibile in schema, in via di definizione il procedimento di approvazione e di conseguente pubblicazione.
  • Parz. Pubblicato”: si intende che i dati sono pubblicati solo in parte e che vi è una previsione di completamento la più tempestiva possibile.
  • Da pubblicare entro il 2016: si intende che i dati non sono presenti e che vi è una previsione di adempimento entro l’anno in corso;
  • “Non pertinente”: si intende che i dati non rientrano fra le competenze del Ministero della giustizia.

Resta inteso che il Responsabile, come per il passato, si farà carico di monitorare e sollecitare l’adempimento di legge presso le articolazioni interessate.

Per quanto i dati, o categorie di dati, per i quali è stata indicata la pubblicazione parziale, ovvero la previsione di pubblicazione entro il 2016, si segnala che il Responsabile della trasparenza ha, per ciascuno di essi, chiesto e sollecitato tempestivamente la raccolta e trasmissione da parte delle articolazioni interessate attraverso circolari indirizzate ai Capi Dipartimento (che sono inserite nell’area intranet del sito), nonché per il tramite dei referenti per la trasparenza.
In ordine ai dati in via di pubblicazione si segnala, in particolare, la stesura da parte del responsabile della prevenzione della corruzione, dello schema di codice di comportamento per i dipendenti, in corso di esame ed approvazione.
Ci si riporta, per il resto, alle spiegazioni contenute nel Programma.

Per ragioni tecniche del fornitore dei servizi informatici, il progetto relativo agli open data, la cui realizzazione era stata prospettata come imminente nell’aggiornamento del programma del 2015, non è ancora uscito dalla fase della sperimentazione.
Tuttavia esso procede, essendo stata presentata la dimostrazione del funzionamento della piattaforma formativa, destinata al personale dei singoli uffici che si occupa della predisposizione dei dati, costituita da un tutoraggio interattivo che presenta i passaggi necessari per l’immissione dei dati nel sistema e per la successiva validazione.

Si ricorda che il progetto ha come obiettivo la realizzazione di un'applicazione web in grado di acquisire e pubblicare le informazioni che l'Amministrazione ritiene di voler rendere disponibili.

Esso ha un duplice scopo: la diffusione dei dati ai cittadini e la possibilità da parte del cittadino stesso di utilizzare e rielaborare il dato a disposizione.

L'applicazione viene realizzata in modo da essere accessibile secondo il dettato della l. n. 4 del 9 gennaio 2004, recante "Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici".

Per l'acquisizione delle informazioni sono previsti differenti approcci: l'uso di form dinamici, l'integrazione con applicazioni esistenti e il caricamento massivo dei dati tramite importazione di file.

Per la pubblicazione dei dati si utilizza la piattaforma CKAN dotata di una interfaccia web intuitiva ed usabile progettata per la condivisione e ricerca avanzata dei dati aperti.

La modalità di rilascio delle informazioni si basa sul modello dei Linked Open Data, secondo il quale i dati descritti da una ontologia possono essere scaricati in diversi formati e interrogati attraverso query SPARQL.

L’uso di form consentirà di acquisire le informazioni in un formato unitario, facilitando il compito dei compilatori e restituendo maggiore fruibilità ed intellegibilità dei dati.

Si segnala, da ultimo, che la sezione dedicata agli “Atri contenuti” della Trasparenza si è quest’anno arricchita con diversi temi, relativi a specifici progetti trasparenza promossi dal Ministero, come verificabile alla pagina https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_29_10.page.
Per quanto riguarda la sottosezione “Registri ed elenchi”, essa contiene l’Albo degli Amministratori giudiziari, il Registro degli Organismi di Mediazione, l’Elenco dei formatori per la mediazione, l’Elenco delle Associazioni professionali non regolamentate, l’Elenco degli Istituti per le vendite giudiziarie, l’elenco dei siti web per le aste giudiziarie, l’elenco degli organismi di composizione delle crisi da sovraindebitamento.

Si tratta di registri on line, che consentono non solo la visibilità delle attività ma anche procedure interattive per gli interessati, gestibili completamente online.

La sottosezione sugli Stati generali dell’esecuzione penale, non solo illustra gli obiettivi dell’ ampio e approfondito confronto destinato definire un nuovo modello di esecuzione penale e una migliore fisionomia del carcere, ma mette a disposizione la documentazione e i contributi dei partecipanti, oltre a costituire la piattaforma per una consultazione pubblica su un tema sensibile per l’opinione pubblica, oltre che per gli operatori del settore.

Sempre con l’obiettivo di maggiore trasparenza delle condizioni carcerarie, sono pubblicate ed aggiornate 193 schede, una per ogni istituto penitenziario presente sul territorio nazionale, che contengono informazioni sulla struttura, la storia, le attività lavorative, scolastiche, culturali, i progetti in corso, i servizi, le regole per visite, comunicazioni e l'invio di pacchi e denaro a detenuti ed internati.

La riforma dell’organizzazione, che contiene anche l’indicazione in progress dello stato della normativa di attuazione, conclude il panorama dei nuovi contenuti.

Di seguito lo stato riassuntivo delle pubblicazioni:

TABELLA A

5. Le novità normative e le prospettive future

La legge delega 7 agosto 2015, 124, aveva preannunziato importanti riforme nella normativa sulla trasparenza e l’accesso civico.

Dalle anticipazioni sullo schema di decreto legislativo recante revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione pubblicità e trasparenza, ai sensi dell’art. art. 7 della legge, risultano delineati con maggiore incisività i forti cambiamenti che interverranno, a breve, nella materia.

Alcune osservazioni devono essere formulate per quanto riguarda l'impatto sugli obblighi di trasparenza.

Lo schema di decreto legislativo si muove su diversi fronti: a) ampliamento delle ipotesi di accesso civico ai dati e documenti della pubblica amministrazione; b) modifiche alla normativa sulla trasparenza per quanto riguarda gli obblighi di pubblicazione sul sito; c) previsione di obblighi di pubblicità sul sito relativi ai registri.

Quanto al primo punto, ossia l’accesso civico, secondo i principi della legge delega, l'accesso agli atti e documenti sarà esercitabile da chiunque, senza che sia previsto un interesse qualificato e senza che sia necessaria una motivazione. La richiesta di accesso potrà essere rivolta o direttamente all'ufficio che detiene i dati o i documenti oppure, alternativamente, all'URP o ad altro ufficio che sia espressamente indicato sul sito istituzionale. Solo quando si tratti di atti che debbano essere pubblicati sul sito, l'accesso potrà essere chiesto, come a normativa attualmente vigente, al responsabile della trasparenza. Tale normativa determinerà un conseguente impatto sulla organizzazione del Ministero, con il necessario potenziamento dell'organizzazione interna degli uffici per fronteggiare le richieste di accesso, per l’evasione delle quali si prevede un procedimento di coinvolgimento degli eventuali controinteressati ed una risposta in 30 giorni, nonché la necessaria individuazione di un ufficio centrale di “smistamento” delle istanze di accesso presso gli uffici che detengono l'atto (non essendo il Ministero dotato di un URP).

Essendo l'accesso civico limitabile in presenza di un potenziale, specifico, pregiudizio ad interessi pubblici confliggenti o di un interesse privato alla riservatezza, ed in generale secondo i principi stabiliti dall'art. 24 della l. 241 del 1990, occorrerà formulare linee guida per l'eventuale opposizione di limiti all'accesso, non essendo più valido il principio della comparazione degli interessi in gioco.

Per quanto riguarda specificamente gli obblighi di trasparenza, lo schema di decreto prevede una maggiore semplificazione delle modalità di pubblicazione dei dati che obbligatoriamente vanno sul sito, raggiungibili anche attraverso link (cosa finora non sempre consentita), l'eliminazione di alcuni obblighi e l'aggravamento di altri. Per quanto riguarda i “pagamenti” della pubblica amministrazione, viene prestata una maggiore attenzione alle pubblicazioni, prevedendo una specifica sezione a ciò dedicata, che sembra collegata al nuovo sito internet “Soldi pubblici” gestito dall'Agenzia per l'Italia digitale. Aggravamenti degli obblighi di pubblicazione sono previsti altresì per la materia contrattuale e per le procedure concorsuali finalizzate all'assunzione, per le quali è necessario pubblicare anche i criteri di valutazione adottati dalle commissioni esaminatrici.

Il decreto prevede, inoltre, l'abrogazione del programma triennale della trasparenza ed integrità, finora curato dal responsabile della trasparenza. Viene infatti maggiormente valorizzato il piano triennale di prevenzione della corruzione, che diventa il solo strumento di programmazione obbligatorio.

L'assolvimento degli obblighi di trasparenza viene fatto espressamente rientrare fra gli obiettivi obbligatoriamente valutabili perseguiti dai dirigenti.

Tali modifiche comporteranno la necessità di rivedere la sezione del sito Amministrazione trasparente e di provvedere alla sua riorganizzazione.

Con riferimento ai registri, il decreto legislativo prevede la tenuta informatica, e l'inserimento in una sezione del sito, dell'albo degli amministratori ed esperti nominati da organi giurisdizionali, di cui al decreto legislativo n. 14 del 2010. Come già esposto a proposito degli “Altri contenuti” pubblicati nella sezione “Trasparenza” del sito, si segnala in merito che è stata già creata una sezione del sito a ciò dedicata, che dovrà essere organizzata secondo le funzioni di pubblicità previste dal decreto.

La previsione potrebbe essere prodromica ad una più generale esigenza di pubblicità e trasparenza nelle nomine di incarichi e relative liquidazioni dei consulenti, periti ed esperti nominati dall'autorità giudiziaria, sulla quale è particolarmente accesa la sensibilità degli utenti e degli stakeholder.

IL RESPONSABILE DELLA TRASPARENZA
Maria Laura Paesano

Struttura di riferimento

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